Articolo del 01/06/01

Stanno per arrivare “i baracconi”

Faenza - È da sessant’anni – ancora prima che nascesse il Niballo, che il luna park accompagna i sedici giorni antecedenti la festa di San Pietro a Faenza. Da allora, contribuisce a rendere più spensierate le serate di grandi e piccini in piazzale Pancrazi. Il passaparola dei bimbi in questi giorni è uno solo: “Arrivano i baracconi”. Così sono chiamate dai faentini le attrazioni, o più familiarmente “al giostrar”, come se facessero ormai parte dell’arredo urbano in occasione del Palio. A molti viene come un “magone in gola” solo a pensare quanto erano attesi, in momenti che magari la società offriva molti meno divertimenti, ma anche perché ai baracconi “si cuccava”, e a quei tempi era un po’ più difficile di oggi: succedeva che, mancando i telefonini, si ripiegava sul “calcinculo”. Quest’anno gli operatori del settore, in collaborazione con il Comune di Faenza e le associazioni di categoria, hanno deciso di suggellare il sessantesimo anniversario con un programma ricco di eventi, dal 9 al 24 giugno. Si comincia giovedì 14 con la “Festa del bambino”, da ripetersi il 21, quando sarà possibile l’accesso gratuito alle giostre, grazie ai biglietti distribuiti nelle scuole. Venerdì 15 si prosegue con un grande spettacolo pirotecnico, animazioni di strada e musica con i dj di Radio Castelbolognese. Proprio a conferma che le donne ai “baracconi” non mancano, martedì 19, sarà la loro festa, con gentili omaggi offerti a tutte le signore e signorine presenti. La mattina del 21 giugno sarà dedicata ai disabili, che potranno accedere gratuitamente ad ogni attrazione. Mentre il 22 si svolgerà la “Festa del Cocomero” con generosa e massiccia offerta di fette a tutti i golosi. Complessivamente saranno una trentina le giostre allestite, fra le quali ritorna la ruota panoramica, e si segnalano un adrenalinico simulatore di viaggi interplanetari e una giostra sheattle. Ma la storia del luna park a Faenza ha visto davvero cose strabilianti, per le quali il popolare tormentone “venghino-signori-venghino” non era certo sprecato. I più attempati, ricordano i trampolieri e i mangiafuoco, ma soprattutto uno stand coi serpenti, e gli spettatori invitati a lanciare piccoli animali, preda dei voracissimi rettili. Uno stand che fu giustamente ben presto eliminato. Il mito degli “autoscontri” arrivò negli anni ‘40, gestito da Giuseppe Natali, persona tra le più rappresentative dei Luna Park romagnoli, insieme a Silvio Berti, scomparso qualche giorno fa. Si tratta di due generazioni di giostrai presenti anche oggi coi loro discendenti che continuano ad organizzare il divertimento con tenacia, abnegazione e rinnovato spirito imprenditoriale. Per tutti un solo rammarico: “far comprendere alla gente – affermano - la serietà del nostro lavoro, fatto di fatica, passione, dedizione, senza eccessivi guadagni, senza ferie, e per giunta a volte infangato dal sentirsi chiamare giostraio, spesso ingiustamente diventato sinonimo di persona dedita al malaffare per colpa di gente che con noi non centra nulla”.

Francesco Donati